La prima delle famiglie magistrali romane.
La famiglia romana era originaria di Firenze. Il primo fu il senatore Donato nel 1392, ma la famiglia è documentata dal 1481. Come banchieri, fin dal Medioevo avevano avuto contatti economici con la Santa Sede. Nel 1527, durante il Sacco, molti si rifugiarono nei palazzi che si ritenevano più sicuri, tra cui quello degli Acciaioli. Filippo (1637-1700) fu il creatore del teatro di burattini. Nel 1746 la famiglia venne compresa nella bolla di Benedetto XIV sulla nobiltà romana. Dal 1644 suoi membri furono quattro volte nella Magistratura capitolina Il ramo romano si estinse nel 1760.
Famiglia originaria di Gubbio stabilitasi a Roma nel secondo decennio del Cinquecento. Suoi membri furono nella Magistratura capitolina dal 1548 al 1695 e ad essa appartenne un cardinale. Nel 1746 venne compresa
Spesso confusi coi Cesi, che divennero duchi di Acquasparta nella seconda metà del sec. XVI e che, anche loro, venivano chiamati semplicemente Acquasparta, a Roma sono documentati dal XV secolo. Ebbero un conservatore nel 1520.
Benché ebbero un conservatore nel 1624 e sono dunque annoverati tra le famiglie del Senato e della Magistratura capitolini, non si radicarono mai in città e furono e rimasero sempre una famiglia fiorentina.
Nei primi secoli moderni Adriano ed Andriano erano sinonimi inoltre, essendo un cognome patronimico, non è certa la loro consanguineità. I primi romani sembrano risalire al 1382. Ebbero un solo membro nella Magistratura capitolina nel 1711.
Famiglia estinta originaria di Bologna, presente a Roma dal XVI secolo. Forse erede dei Clavari, ebbero un solo membro nella Magistratura capitolina nel 1717.
La dott. Fabriani Rojas, direttrice dell’archivio Aldobrandini in Frascati, mi ha segnalato errori nelle biografie di Giovanni Battista e di Girolamo Agucchi dovuti a false notizie scritte e ripetute da altri autori. Vi prego di scusarmi.
Famiglia originaria delle Marche, un ramo si trasferì a Roma all’inizio del XVII secolo, probabilmente al seguito di un maestro delle cerimonie pontificio, e si estinse all’inizio del successivo. Fu presente nel Senato dal 1612 al 1634.
Due furono le famiglie venute a Roma con questo nome, originarie di Bergamo (sec. XVI) e di Urbino (sec. XVII). Nel 1571 furono dichiarati nobili romani. Nel 1710 l’imperatore Giuseppe I l’innalzò al rango di principi dell’Impero. Per tutto il sec. XVIII ebbero il monopolio della fabbricazione delle spille nello Stato Pontificio. Famose la loro collezione di sculture antiche e la loro biblioteca, nonché un ricco medagliere. Queste ultime furono poi acquisite dalla Biblioteca Vaticana. I duchi di Soriano si estinsero nel 1852 e l’eredità passò per discendenza, e dopo una vertenza durata fino al 1846 coi Litta Castelbarco di Milano, ai Chigi della Rovere di Roma, che ne aggiunsero il cognome e ne ebbero assegnata la primogenitura. Nel 1870 fu dalla loro villa sulla Nomentana che il gen. Cadorna sferrò l’attacco di porta Pia ed in essa fu firmata la capitolazione della città. Appartennero a loro un papa (Clemente XI), ben sei cardinali di alta levatura culturale, tre tra arcivescovi e vescovi, un senatore di Roma e furono nella Magistratura capitolina dal 1693 al 1719.
Famiglie omonime, con accento ed origine diversa, si trovano in Padova (sec. XIX), Venezia, Orvieto e Ferrara, ma quella romana, documentata dall’anno 1527, ha origine spagnola da Siviglia (Alvarez). Capostipite romano fu Ferdinando Alvaro, spagnolo, che venne con le truppe imperiali e partecipò al Sacco della città. Dal 1582 ebbe suoi membri otto volte nella Magistratura capitolina che risiedevano nei rioni di Trevi (1561-1669), Ripa (1565-1616), S. Eustachio (1576-1675), Monti (1638), Parione (1651-1669), Colonna (1664), S. Eustachio (1665) e Regola (1668). Fecero parte della Magistratura capitolina dal 1584 al 1675. Si estinse nel sec. XVIII prima della bolla benedettina.
Una delle più antiche famiglie romane, forse derivata dai conti di Tuscolo. Il cognome è presente dal 1365 e si estinsero nel XVIII secolo. A parte due papi del X secolo a loro attribuiti, ebbero 5 cardinali e 2 tra arcivescovi e vescovi. Furono presenti nel Senato e nella Magistratura dal 1584 al 1705.
Tra le famiglie più antiche, forse di origine franca, è attestata a Roma già dall’858 ma la prima documentazione certa si trova tra il XIII ed il XIV secolo. A parte tre senatori del XII secolo di dubbia appartenenza, venne accettata nella Magistratura capitolina dal 1378 al 1666. Furono conti e marchesi (XVI secolo) e quindi principi (XVII secolo). Alla famiglia appartennero un cardinale e tre tra arcivescovi e vescovi. Furono marchesi dall’inizio del XVIII secolo e si estinsero nel XVIII secolo nei de Domo.
Benché siano presenti a Roma dal XVI secolo, sono nobili piuttosto recenti. Furono nominati conti nel XIX secolo ed ebbero un solo conservatore alla metà dello stesso secolo.
La famiglia è presente nel Senato e nella Magistratura capitolina dal 1466 al 1653. A Roma sarebbero venuti secondo alcuni con Guido, nipote di papa Leone III (795-816) e, secondo altri, nel 1076 con Ludovico Albertonio, nipote di un Alberto, denominato Albertone, al tempo delle lotte con Arrigo IV imperatore. Forse il capostipite fu Matteo (1327). Primo membro qui documentato è però Pietro Matteo (non Mattei) di Giacomo di Angelo, morto nel 1395.
È tra le famiglie della Magistratura capitolina solo per la presenza di un suo membro priore dei caporioni nel 1633 (Francesco). Probabilmente vennero a Roma in più riprese. Il primo documento romano risale al 1463.
Un solo suo membro compare far parte della Magistratura: Domenico Albotti, conservatore che tenne anche il senatorato nel 1466. Ritengo che si tratti di errore di scrittura o di lettura per Arlotti.
Famiglia originaria di Bologna, dove è documentata dal 1175. A Roma alcuni suoi membri sono presenti a partire dai primi del XVI secolo ma con una certa stabilità solo dal primo quarto del XVII secolo. Nel Senato dal 1630 al 1634 e nella Magistratura nel solo 1728.
La famiglia romana è documentata con certezza dal 1341 con un Nicola. La famiglia ebbe un senatore (1191-1192) e fu nel Senato dal 1554 e nella Magistratura dal 1635 al 1637.
Presenti dal 1200, benché abbiano fatto parte del Senato romano per circa 140 anni (1397-1636 ma con la sospensione di un secolo), non hanno mai ricevuto un titolo nobiliare, non hanno mai posseduto un palazzo e neppure hanno mai avuto una cappella gentilizia di juspatronato. Tra loro nessun prelato di rilievo. Persino il loro stemma è stato tramandato in maniera errata.
Il più antico personaggio con questo cognome a Roma è Giovanni, canonico di S. Maria in Trastevere (1211). Nelle guide romane si trova un palazzetto col loro nome in piazza del Monte di Pietà dal 1744 al 1826, ma stranamente non vi risultano residenti. Primo ad entrare in Senato fu Nicola, caporione di Ponte nel 1787 e di Pigna nel 1793, ma in quell’epoca il rione rappresentato era già puramente formale. Lorenzo nel 1847 viene dichiarato cittadino romano e forse è lo stesso che fu eletto conservatore dal 1847 al 1851, di nuovo nel 1857-1859 e nel 1860-1864, inserendo così la famiglia tra quelle magistrali.
Nella zona di Perugia, l’alzatello od alzaterra è il nome dato ad una specie di fungo. Forse la loro origine è dunque perugina. Capostipite romano ne fu forse Andreuccio di Antonio di Guglielmo (?), detto Alzatello, citato nel 1379. La fortuna si ebbe con Fiorenzo (cit. 1446, +1472), forse figlio di Lorenzo e che fu uno dei caporioni di Colonna nel 1447. Suo figlio Tommaso (+1501) divenne conservatore nel 1496 e fu l’unico della famiglia a sedere nel Senato e nella Magistratura. Le ultime notizie risalgono al 1534 ed a Giulio, forse morto durante il Sacco della città (1527). Non ebbero titoli nobiliari ed il cognome non è citato in nessun repertorio storico romano od italiano ed oggi è totalmente scomparso.
Amateschi, Sassi e Federici di Roma ebbero il medesimo stemma ma leggermente variato tra loro (brisato). Evidente la stretta parentela tra loro. La prima famiglia compare negli anni ’20 del XIII secolo, la seconda alla metà del XII secolo, mentre la terza, comparsa negli anni ’70 del XV secolo, deriva certamente dagli Amateschi. Qui tratteremo solo della prima che, ad esclusione delle cariche ufficiali, fu quasi sempre chiamata Sassi degli Amateschi, a partire dagli anni ’70 del XIII secolo. Famiglia senatoriale e magistrale, quella degli Amateschi non ebbe mai alcun titolo nobiliare. Non si conosce altra origine se non romana agli inizi del XIII secolo. La prima rintracciata è una donna, suor Vannozza Amateschi, che prese l’abito domenicano nel 1221 dalle mani stesse del fondatore (S. Domenico de Guzman), morto in quell’anno. Nel 1273 vengono citati i figli dello scomparso Giovanni “Saxi de Amatescis”. E’ la prima volta che si trovano i due cognomi uniti, benché si trovano dei personaggi che mantengono il solo cognome Amateschi anche oltre, almeno fino al 1550. Nel 1446 Tommaso Amateschi viene nominato conservatore di Campidoglio e così la famiglia entra a far parte della Magistratura della città. Tra il 1446 ed il 1550 furono tre volte conservatori e cinque volte caporioni. L’ultima notizia della famiglia risale al 1620
Numerose sono le famiglie che portano tale nome venute a Roma da luoghi ed in tempi diversi ed ognuna col suo stemma. Famiglia magistrale romana (1532, 1854-1857). Il primo Amici che troviamo a Roma risale al 1162, ma è solo dal 1394 che cominciano ad essere presenti con una certa continuità, nelle forme “de Amistatis” (1394) o “Amisi” (1432) e, finalmente, “Amici” (1478) e “de Amicis” (1495).
Originari di Bologna, ebbero tre membri della famiglia che furono senatori di Roma.
Famiglia magistrale solo per un unico membro ad entrare nel Senato romano, Antonio, che fece parte dei conservatori nel 1848.
Famiglia appartenente al Senato romano per quasi cento anni, dal 1531 al 1622, e nella Magistratura capitolina nel 1531 e 1586. Ebbe suoi membri per 8 volte caporione e due volte conservatore. Eppure è dimenticata dall’Amayden nella sua “Storia delle famiglie romane”.
Una delle famiglie magistrali romane di cui si conosce poco e niente. Presente a Roma dal 1467 al 1684, ebbe due senatori (1508 e 1591-1593) ed un conservatore (1622).
La famiglia romana è originaria di Perugia (av. 1524). Benché si tratti di famiglia presente a Roma già dal XVI secolo (Francesco, 1512) ed abbia avuto un buon numero di personalità di rilievo, un suo membro entrò per breve tempo nel Senato solo nel 1847 facendo sì che si possa annoverare tra le patrizie della città. Altri sono originari di Firenze (Nicola, av. 1565), Pesaro (Lucia, av. 1626), Legnano (1889).
Famiglia senatoriale e magistrale romana per un suo membro che nel 1525 fu conservatore. Il cognome Bacci compare a Roma nel 1525 proveniente da Firenze.
Famiglia senatoriale e magistrale romana. Originaria di Pistoia (sec. XIV), si diffuse anche a Firenze (sec.XVIII) ed ad altre parti della Toscana. Non venne inclusa nella bolla “Urbem Romam” del 1746 perché si stava estinguendo. I rami romani provenivano da Firenze (1566) e da Pistoia (1559). Si estinse nei Gabrielli nel 1755 con la morte di Giustina.
A Roma compare la forma de Barone già nel 1139 (Leone), Baroni nel 1279 (Cinzio) e Baronio molto più tardi (1538). I più antichi presenti a Roma provenivano da Cesena (1500), Verdona (Lotaringia, 1517), Sora (1538), Venezia (1554), Firenze (1563), Cambrai (1566), Montalto delle Marche (1572), Francia (1589), L’Aquila (1611), Mantova (1633), Ancona (1650), Napoli (1680). In assenza di un’arma Baroni propria di Roma, si è presa in considerazione quella della famiglia di Lucca.
Il cognome Bartelluzzi (o Martelluzzi) compare a Roma con Tommaso nel 1392, seguito a ruota da Lello nel 1398, ed è presente fino al 1486, ma nella forma Martellucci o Martelluzzi fino almeno al 1861. Nel 1542 esisteva una chiesuola detta S. Monica dei Martellucci nel rione Campo Marzio.
In area romana, troviamo i Bassi di Velletri, originari di Piacenza, dal sec. XIV, titolo di conti. La famiglia è nobile romana, sedente nel Senato (1441-1695) e nella Magistratura (1441). Il Ceccarelli dice che è la medesima famiglia dei Velli. Il più antico trovato è Antonio Baffi de Mataleoni (!1332)
Benché presenti altrove, la loro origine è a Montepulciano dove, già nel 1308, un Angelo ebbe il titolo di nobile. Sono presenti a Roma dai primi del XV secolo con alcuni ecclesiastici, tra cui il personaggio nettamente più illustre della famiglia, il cardinale Roberto (1599-1621) e, certamente al suo seguito, vi si stabilì suo fratello Tommaso (!1616). Roberto fu priore dei caporioni e conservatore (1694-1704), facendo entrare di diritto la famiglia tra le nobili romane. Il ramo romano si estinse con Ottavia (+1732), coniugata d’Aste, famiglia in cui si trasferì l’eredità.
Famiglia patrizia romana è senatoria (1594-1624) e magistrale (1850). La ricerca su questa famiglia è stata tra le più impegnative e lunghe, sia per la similitudine con parole italiane e sia per i tanti cognomi che iniziano e finiscono per “belli”, dei quali si è dovuto fare una cernita. Ebbe sede in numerosi rioni e sepoltura in numerose chiese, con un lungo elenco di personaggi di rilievo, ma senza alcun titolo nobiliare.
Belli, Rolandi, Magnini, Valenti, Jacobilli
Partendo dalla figura e dalle vicende del notaio Lorenzo Belli (1642-1706) e da quella della moglie Anna Margherita Rolandi, il racconto si allarga ad alcuni loro parenti ed eredi ed alla collezione artistico-naturalistica di Carlo Antonio Magnini.
Il cognome è molto diffuso in Italia ed a Roma ha origine nei luoghi più disparati. Come sempre, ci sono figure e curiosità interessanti, una di queste è che Giulio Benigni, nel 1611, nella sua cappella di S. Giovanni Evangelista in S. Maria della Pace, fece mettere il quadro “S. Giovanni Evangelista e l’angelo”, opera del Cav. Giuseppe Cesari d’Arpino, oggi scomparso. Altra che Sisto Benigni, nel settembre 1805, per la festa di Maria Addolorata in S. Bernardo alle Terme, aveva donato l’immagine della Madonna dipinta da Luca di Leyden (1494-1533), di cui non ho notizia
Famiglia sovrana di Bologna (1401-1506), ma anche senatoriale (1386-1741) e magistrale romana (1664-1741). Suoi membri furono 2 volte senatori, 4 volte priori dei caporioni e 19 volte caporioni.
Il cognome è molto diffuso in Italia e molte di queste località sono all’origine delle famiglie romane. Il primo documento romano citato da Jacovacci risale al 1541. Sono presenti nel Senato dal 1592 e nella Magistratura solo nel 1847. La famiglia non è inclusa nella Storia delle famiglie romane di Theodoro Amayden (1910-1914).
Oltre all’inventario dell’archivio, postato nella sezione “Inventari”, si presenta qui la genealogia delle famiglie Bruschi, Bruschi Querciola e Bruschi Falgari di Corneto (oggi Tarquinia).
L’antica famiglia del Bufalo (già del Bufalo Cancellieri e poi del Bufalo della Valle), proveniente da Pistoia e trasferitasi a Roma nel XIV secolo, mutò subito l’originario cognome Cancellieri in del Bufalo dal soprannome di un loro membro, assumendo uno stemma parlante. Fecero subito parte della magistratura capitolina e furono fatti marchesi dal granduca di Toscana agli albori del XVII secolo. All’inizio del secolo successivo ereditarono i beni ed il cognome dei della Valle per poi estinguersi nel 1879 nella linea maschile.
Caracciolo Antonio, vescovo francese (ca. 1515-1566)
La morte di Antonio Caracciolo: affaire religioso e complotto politico nel periodo delle guerre di religione.
Si tratta di una delle più importanti famiglie della storia di Roma, ricordata specialmente per la figura di Beatrice e della vicenda riguardante la morte del padre Francesco. Di origine medievale, il ramo superstite si estinse verso la fine del XVIII secolo nei Bolognetti. Il testo è suddiviso in una prima parte, costituita dalla scheda sintetica, seguita da una introduzione allo studio analitico, quindi dalle schede personali dei suoi membri in ordine alfabetico e, infine, da una bibliografia essenziale.
Chracas Luca Antonio, (ca. 1658-1723)
Una biografia dell’ideatore e fondatore dell’Annuario pontificio, Luca Antonio Chracas, che, oltre al mero aspetto biografico ed in considerazione dei libri da lui scritti e stampati, ci rende uno spaccato delle vicende di Roma tra il 1692 e la sua morte, avvenuta nel 1723, lungo i pontificati dei papi Innocenzo XII, Clemente XI ed Innocenzo XIII.
Carlo De Dominicis, architetto del Settecento romano (1696-1758)
Le notizie genealogiche sulla sua famiglia si fondono assieme a quelle storiche ed a quelle artistiche dando un’immagine storico-sociale di un lungo periodo che va dal 1640 alla seconda metà de Settecento, coinvolgendo figure di architetti barocchi quali Gaspare Vanvitelli e Filippo Raguzzini.
Famiglia coscritta romana. Venuta in città nel 1475 da Viterbo, si stabilì nei rioni Trevi, Ponte e Regola. Nel XIX secolo un ramo assunse il cognome dei Casali. Ereditarono beni dai Gentili Boccapaduli Sparapani, ma il loro palazzo più importante è tuttora quello alle Quattro Fontane, donato loro da Maria Cristina di Borbone, regina di Spagna. Due membri della famiglia furono cardinali. Ebbero membri nel Senato dal 1519 al 1840 e nella Magistratura fino al 1832. Il loro archivio gentilizio si trova presso l’Archivio di Stato di Roma.
Falzacappa di Corneto (Tarquinia)
La genealogia di una nota famiglia di Corneto (oggi Tarquinia) ricavata da un manoscritto dell’archivio di questa famiglia, conservato presso la Società Tarquiniense d’Arte e Storia, che riporta le registrazioni parrocchiali delle famiglie di quella città (ben 356 cognomi). Il loro ordinamento fu da me effettuato nel volume dattiloscritto Genealogie delle famiglie di Corneto (1994), anch’esso presso quella Società e riprodotto in questo sito nella sezione “Indici e repertori”.
Molti conoscono il palazzo dell’albergo Minerva, nella omonima piazza, ed alcuni sanno anche che in precedenza quello era il palazzo di una nobile famiglia romana, quella dei Fonseca. Viene qui ricostruita la genealogia e la storia di quella famiglia. Su questo tema ho fatto altre pubblicazioni ma ho scelto di mettere qui quello pubblicato in Strenna dei Romanisti 1992, pp. 159-174. A titolo di informazione, l’altro grande ramo dei Fonseca romani è quello discendente da Gabriele, famoso medico ed archiatro pontificio. Il mio studio su quest’ultimo, che doveva essere di compendio al precedente, non fu però più pubblicato dal medesimo annuario.
Si tratta del Rendiconto fatto dal vescovo Antonio Fonseca sui loro beni in Roma ed in Tivoli. Che io sappia, è dell’unico pezzo dell’archivio dei marchesi Fonseca di Roma giunto fino a noi. Il volume riguarda infatti anche i beni della famiglia Leonini di Tivoli, estinta appunto nei Fonseca.
Questo saggio riguarda la famiglia del famoso umanista Latino Giovenale Manetti, cui viene sempre attribuito un cognome improprio, che era sua intenzione obliare.
Da quando Domenico Jacovacci, nel secolo XVII, scrisse i suoi “Repertorii di famiglie” e benché la serie di quei volumi sia rimasta manoscritta, numerosi storici di Roma hanno attinto da quella larga messe di notizie, benché non proprio tutte esatte e bisognose di verifica. Nessuno di loro, però, in più di tre secoli, ha mai risposto alla domanda su chi fosse Domenico Iacovacci e su quale fosse la storia della sua famiglia. Mala sorte per uno che, se non un genealogista, è riconosciuto come uno dei maggiori storici delle famiglie romane. Ho cercato di porvi rimedio con questo studio di carattere prettamente genealogico.
Albero genealogico Jacovacci Castagna
Studiando la famiglia Fonseca mi sono imbattuto in quella dei Leonini di Tivoli, più che di Roma, estintisi nell’altra nel XVIII secolo. Viste le numerose informazioni su di essa, ricavate specialmente dalla “Relazione” Fonseca del 1759, non potevo non approfondire la ricerca anche alla Leonini.
Maccafani di Pereto (Basilici)
Un affezionato frequentatore di questo sito, il Dott. Massimo Basilici, ha accettato di condividere con noi due suoi lavori su altrettante famiglie di Pereto (L’Aquila) che hanno avuto contatti anche con Roma: Maccafani e Vendettini. Naturalmente, i due file sono stati postati nella sezione “Biografie e famiglie”.
Questa famiglia è senatoriale e magistrale romana solo per Pietro, che fu conservatore (1860-1864), avvocato e letterato. Il più antico che troviamo a Roma è un Vittorio, nato a Sassoferrato nel 1552, e da allora il cognome è sempre presente. La nota famiglia Merolli discenderebbe da un “Merolli Pietro, stipite di Arpino”, vivente nell'”anno 1600 circa. Ebbero un palazzo in via delle Tre Cannelle e numerose proprietà agrarie fuori città.
Viene qui riassunto quanto sappiamo della sua vita (!1339-1389) e vi viene pubblicata una sua “ballata” d’amore dedicata a tal Covella.
La morte di un architetto, sconosciuto agli storici dell’arte, e del suo maestro Antonio da Sangallo. Quali furono gli architetti del papa?
Dopo una considerazione sull’esatta data di morte del grande architetto Antonio da Sangallo jun., si riportano le schede biografiche di alcuni che hanno portato questo cognome a Roma.
Famiglia senatoriale ma non magistrale. Documentata a Roma dal 1518 al 1650 ed ancora nel 1847, nel Senato dal 1542 al 1638.
Vendettini di Pereto (Basilici)
Un affezionato frequentatore di questo sito, il Dott. Massimo Basilici, ha accettato di condividere con noi due suoi lavori su altrettante famiglie di Pereto (L’Aquila) che hanno avuto contatti anche con Roma: Maccafani e Vendettini. Naturalmente, i due file sono stati postati nella sezione “Biografie e famiglie”.
Ho qui raggruppato le schede biografiche di piccole ricerche, a similitudine di quelle cartacee del Dott. Mario Taglioni, mio maestro, conservate presso l’Archivio Storico del Vicariato di Roma.